Artista siciliana, nata a Catania nel 1985, vive e opera a
Biancavilla, una cittadina situata alle falde dell’Etna, sua musa ispiratrice. Sin dall’infanzia dimostra una particolare attitudine verso la pittura, ama l’arte, la storia, l’archeologia e le miriade di culture del mondo…
Biancavilla (CT)
L’intrigante autrice Anna Aiello sceglie per questa collettiva la rappresentazione di un coccodrillo, Nile, in olio su tela. Una novità assoluta è quella di utilizzare questo animale per la simbologia e la figurazione dell’arte stessa.
Il coccodrillo è tradizionalmente l’immagine del potere sulla vita e sulla morte ed è questo il primo forte messaggio dell’artista: la pittura ha lo stesso potere (essere e non essere) su chi la crea e chi la osserva. Inoltre, il coccodrillo è collegato al mondo inferiore, spesso sommerso, come l’arte è capace di sprofondare negli abissi dell’Io e della società, facendo spesso risalire l’essere umano dalle sabbie mobili.
D’altronde, questo rettile è stato associato alla vita stessa degli egiziani, per la loro presenza nel Nilo ed era anche visto come simbolo dell’abbondanza e di fertilità. Alla stessa maniera l’arte possiede un’enorme potenza energetica, capace di donare nuova linfa vitale e rendendo il terreno fertile alle emozioni.
Anticamente si riteneva che il coccodrillo scoraggiasse le forze delle tenebre ed era anche il protettore degli dei e degli uomini…. Tutte facoltà che Anna assegna all’arte, che non solo protegge, ma unisce gli esseri umani al mondo spirituale.
Nell’opera “Maternità” l’artista Anna Aiello coglie il legame profondo e insolubile che unisce una madre alla propria creatura appena nata. Le chiome fluenti della giovane puerpera ondeggiano, fluttuano sulla tela, come soavi onde marine che si infrangono dolcemente sugli scogli. Le lunghe ciocche mosse, unite in modo intricato, formano un’insolita culla per il piccolo neonato addormentato. Tuttavia, l’estrema dolcezza della rappresentazione è mitigata da un’atmosfera cupa e malinconica che avvolge la scena come una nebbia rada e sottile. L’uso dei colori, scuri e intensi, dalle tonalità verdi e bluastre, contribuisce ad aumentare la sensazione di mistero e inquietudine. L’incarnato del bambino, pallido come la luce lunare, i lineamenti fini e delicati trasmettono la fragile essenza della creatura da poco messa al mondo.
Sullo sfondo, in lontananza, si intravedono sagome di uomini e forse animali, riuniti in un gruppo in prossimità di un villaggio.
Le cupole delle costruzioni dai profili sfocati, insieme alle dune del paesaggio, fanno pensare che si tratti di qualche paese mediorientale, sperduto nel deserto.